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Pelasgi: Stirpe Divina Vol. I 

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Diamo un caloroso benvenuto a Tiziana Pompili Casanova, autrice di Pelasgi Stirpe Divina - indagine sull'uomo e sulla civiltà delle origini, in questo spazio dedicato agli autori.

Tiziana ha dedicato decenni della sua vita ad indagare i misteri che avvolgono la storia di un popolo letteralmente dimenticato dalla storia: quello dei Pelasgi.

Eppure hanno lasciato tracce megalitiche non solo nella loro imponente architettura ma  anche nella loro discendenza e nei miti che raccontano la storia di un popolo misterioso e straordinario.

La ricerca di Tiziana è stata meticolosa, lunga ed estremamente elaborata e non è ancora finita. In questo primo saggio ci accompagna in un intricato labirinto multidisciplinare che con maestria è riuscita a districare e riportare in una stesura semplice, esaustiva e ricchissima di dettagli importanti.

Avrete la sensazione di ricostruire, assieme a Tiziana, un puzzle di frammenti di storia, archeologia, linguistica, genetica... fino a guardare coi vostri occhi il volto dei nostri probabili progenitori.

 

Interagisci con Tiziana sulla mia pagina oppure sulla sua pagina autore che trovi qui sotto.

 

 

Solo se sei pronto a considerare l'impossibile sei pronto a scoprire qualcosa di nuovo 

​J.W. Goethe

Qualcosa su Tiziana

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Tiziana è una marchigiana verace emigrata da una decina d'anni in Lombardia. Intorno al 1980 il suo interesse per la storia antica è diventato un vero e proprio percorso di ricerca che l’ha condotta a liberarsi dei preconcetti e osservare la realtà oltre le apparenze.


Una serie di circostanze l’hanno portata a contatto di ricercatori come Mario Pincherle e Corrado Malanga. I loro lavori sono stati molto importanti per l’evoluzione del suo pensiero. Dopo la stesura di questo volume, l’autrice sta lavorando alla fase conclusiva di un secondo saggio che completerà la sua rigorosa indagine sui Pelasgi.

Nebbia fitta

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"A dare il via alla mia indagine sulle culture preistoriche è stato il fascino delle strutture megalitiche che, così semplici e possenti, mi apparivano briciole d'eternità cristallizzate sulla nostra Terra. Intorno al 1980 l'interesse per la storia antica è diventato un vero percorso di ricerca delle radici dell'uomo e, negli anni, si è trasformato anche in un lungo cammino di crescita personale che mi ha condotta a liberarmi dei preconcetti e ad osservare la realtà oltre le apparenze, dissipando, lentamente, la nebbia sulle tante domande e le esigue risposte donate dalla storia diffusa dalla scuola accademica."

Perchè leggere il libro di Tiziana?

 

Andando a cercare su una qualsiasi enciclopedia chi erano i Pelasgi non troverete nulla di diverso da una all'altra. Di questo popolo è stato detto tutto ed è stato detto poco, come se il suo destino fosse quello di essere un appunto della storia. Considerando però, ad esempio, che a questa etnia apparteneva il leggendario Achille e i suoi potenti mirmidoni o che ad essi venne atrribuito, nelle cronache, l'appellativo “divini”, forse un'indagine approfondita degli usi, costumi, credenze, provenienza, ecc... è doverosa per fornire la giusta dignità ad un popolo troppo frettolosamente riposto sugli scaffali della storia. A cominciare dal significato del nome. Noi li conosciamo col termine generico di Pelasgi ma loro come si riferivano a se stessi? E' proprio dall'indagine etimologica che parte la ricerca di Tiziana e il risultato è straordinario a tal punto da indurre l'autrice a domandarsi se davvero può esserci una qualche correlazione col “popolo delle origini” che portò la civiltà in ogni luogo in cui si insediarono. Essi erano abili navigatori e i costruttori delle famose mura poligonali, apprezzabili ancora oggi, ad esempio, per citare un luogo della nostra penisola, nelle mura che sostengono la città di Ascoli Piceno.

Il viaggio nella storia di Tiziana prosegue, indietro nel tempo, dall'Ellade ai popoli del Nord, scalando il significato dell' Yggdrasil e giungendo fino alla radice di quegli Asi conosciuti come divini progenitori della stirpe odinica, scoprendo correlazioni significative nei quattro angoli del pianeta. Chi sono stati, dunque, i Pelasgi?

Certo, questo libro non è un romanzo e ogni pagina è ricca di dettagli, pazientemente cuciti sui lembi di passato ad oggi ricavabili soltanto con certosino studio multidisciplinare. Va centellinato e compreso e anche approfondito consultando le fonti verificabili di cui si è avvalsa l'autrice.

Ed è ancor più certo che, dopo aver letto Pelasgi stirpe divina, avremo aggiunto tasselli importanti allo studio riguardante le origini della nostra specie. Ognuno, in base alla propria conoscenza di base, troverà tantissimi input di approfondimento e sono sicura ne ricaverà beneficio, a prescindere che sia un neofita o un ricercatore navigato.

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"Di quel "popolo" non sappiamo granchè. Dalle cronache antiche ci sono giunte poche notizie non chiare che tratteggiano uno sbiadito, quanto affascinante, ritratto." 

Pelasgi: Stirpe Divina

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Il certosino impegno di una seria ricercatrice

 

[...] Tiziana inizia la sua opera di ricostruzione storica delle origini partendo proprio dalla decriptazione del mito e ne traduce la sua vera essenza di conservatore. Dunque, non una semplice allegoria bensì un'intera tradizione storico culturale conservata allo scopo di essere trasmessa a noi posteri per essere trovata e compresa.

L'ingrediente principale per la decodificazione del mito è l'intuizione, concetto non più tanto astratto dopo le scoperte della meccanica quantistica; concetto, peraltro, espresso egregiamente dall'autrice che, con assoluta onestà intellettuale, intende introdurre il lettore all'interno del metodo intuitivo - razionale di cui ha deciso di avvalersi per svolgere l'intricata matassa pelasgica: " lo scopo è far comprendere che ho intrapreso la mia ricerca con uno spirito che vuole osservare più in là delle conclusioni già note sulla vicenda umana [...] Lo scopo principale è stato quello di avvicinarmi a cogliere il senso di percezione delle realtà che l'uomo antico doveva avere [...]

 

Dall'introduzione a cura di Monica Benedetti

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Estratto dal capitolo 6:


Alla ricerca dell'identità pelasgica. Nome ed etnia: tra miti e linguistica
 

[...] Prima dell'avvento della scienza glottologica, l'antica distinzione delle stirpi generate da Noè era usata dagli scrittori in senso etnologico e linguistico per indicare i diversi gruppi dei popoli del mondo antico. La ripartizione delle popolazioni nei ceppi dei Camiti, Semiti e Iafetici, differenziati per lingua, culto e stile di vita, nasceva dalla cosiddetta Tavola delle Nazioni contenuta nella Bibbia ebraica che raccoglie il lungo elenco dei discendenti di Noè. In particolare, in Genesi 9:19, una frase afferma:"Questi sono i tre figli di Noè; da loro fu popolata tutta la terra"
Secondo quanto ci tramanda la tradizione biblica, perciò, tutti i popoli discendono da Noè e dai suoi figli, gli unici sopravvissuti al Diluvio Universale . Alla fine dell'inondazione, essi si arenarono con l'Arca sui monti dell'Ararat, in Anatolia e da lì si diffusero. Noè suddivise le terre in tre parti: assegnò a Sem l'Asia, a Cam l'Africa e a Jafet l'Europa. Da Sem derivarono i Semiti, da Cam i Camiti, da Jafet gli Jafetisti o Iafetici (in italiano anche Giafetici). Questa suddivisione è ancora accettata da alcuni studiosi, in special modo per le lingue e rappresenta un punto di partenza, soprattutto per l'utilizzo della terminologia comunemente diffusa. Al ceppo camitico si annoverano, ad esempio, le lingue parlate dai Berberi, dai Libici, dagli Etiopi, dagli Egizi (dubbio); di ceppo semitico sono considerata l'Accadico, il Babilonese e l'Assiro, il Fenicio, il Punico, l'Ebraico, il Maltese; il ceppo giafetico (a volte detto impropriamente anche giapetico, oggi meglio noto come indoeuropeo), viene attribuito a quelle popolazioni che occupavano l'Europa, parte dell'attuale Turchia, il bassopiano turanico, la Persia, l'India. La classificazione tradizionale delle lingue [...] non ha un reale fondamento scientifico. [...] E' assai diffusa l'idea che i Pelasgi fossero di ceppo semitico. Cesare Balbo [...] fece notare, per esempio, che l'architettura pelasgica aveva connotazioni uniche, inconfondibili, e tali strutture erano evidenti in tutti i territori occupati dalle genti semitiche. Balbo rilevò inoltre che molte parole d'origine non ellenica rimasero nella lingua dei Greci, così come semitico è l'alfabeto chiamato a lungo alfabeto pelasgico. [...]

Estratto dal Capitolo 7

 

L'antichità dei Pelasgi: il lignaggio dei "Proseleni"

 

[...] L' Arcadia, regione centrale del Peloponneso, è una zona montuosa e isolata dove si mantennero a lungo miti e culti particolari, nonchè un dialetto di impronta arcaica.

Il poeta Callimaco di Cirene (310 circa - 240 a.C.) nell'Inno a Zeus la canta con il suo appellativo antico, Azenide, descrivendola arida poichè quando era conosciuta con quel nome i fiumi del Peloponneso, Ladone ed Erimanto, non esistevano ancora. La tradizione vuole che ebbe per eponimo il mitologico Arcade, figlio di Zeus e della Ninfa Callisto. Narra la leggenda che Callisto, mentre era incinta, fu mutata in orsa dallo stesso Zeus per nasconderla dalla gelosia di Hera. Arcade fu perciò cresciuto da Maia, madre di Ermete o, secondo un'altra versione, fu Licaone, mitico re figlio di Pelasgo e padre di Callisto ad allevare Arcade. Quest' ultimo, durante una battuta di caccia, rischiò di uccidere per sbaglio la madre non riconoscendola nell'aspetto di orsa. Allora Zeus trasformò entrambi in costellazioni: Arcade fu l'Orsa Minore, Callisto l'Orsa Maggiore.

[...] Il toponimo di Arcadia, sotto il profilo etimologico, è molto interessante. Appare palese il collegamento col latino arca = cassa, scrigno, forziere,  dal tema di arcere - contenere, da cui arceo - tengo diviso, difendo, contengo, impedisco; arcem - tengo lontano, difendo e arx - rocca fortificata, cittadella per respingere il nemico. Ma anche arcanus - chiuso, riposto, nascosto è congiunto etimologicamente ad arca. A loro volta i lemmi latini sono riconducibili alle radici ark / alk (equivalenti tra loro) che si individuano nei termini greci arkein - sostenere, riparare (da cui arkeo - sostengo, proteggo, resisto) e alkein  - proteggere ( da cui alké - presidio, difesa, forza).

Probabilmente ark è affine alla radice sanscrita raks ( o una forma alterata della stessa) che si ritrova in raks_ami - conservo, proteggo, difendo. Sebbene il significato legato ad arkeo può riferirsi alla conformazione della regione montuosa, geograficamente (arcana) nascosta al centro del Peloponneso, non è da escludere un legame con il termine greco arkho - essere il primo, essere a capo di, e ciò potrebbe riallacciarsi all'eventualità che l'Arcadia fu tra le prime aree abitate della Grecia, idea confortata da Pausania che pone appunto Pelasgo "il primo" dei Pelasgi, proprio in quel territorio. Nel toponimo di Arcadia sembra concentrarsi esattamente la sintesi del mito del primo uomo pelasgico [...]

Links

Intervista su Atrionline - parte prima

Intervista su Atrionline - parte seconda

Presentazione Drakon Edizioni

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Tiziana Pompili Casanova

Ricercatrice e scrittrice.

ex speaker radiofonica e copywriter.Collaboro con Biagio Russo e Paolo Navone alla gestione del gruppo Facebook “Viaggiatori dei Tempi”. Ho in cantiere diversi lavori editoriali (fra cui un romanzo e un saggio che presto saranno pubblicati) e altri progetti nel campo della ricerca storica.